BASTA
CON LA VIOLENZA SULLE DONNE CON DISABILITA’
Il
19 giugno 2013 il parlamento italiano ha approvato la Convenzione di
Istanbul un importante strumento per combattere la violenza sulle
donne, infatti gli ultimi dati sul fenomeno sono tutt’altro che
confortanti e parlano di 1.256
minorenni violentate tra queste ci sono anche quelle con disabilità,
una realtà nascosta perché scomoda.
La
convenzione è un passo importante nella prevenzione e repressione di
questo agghiacciante fenomeno, nel testo infatti vengono riportate
tutta una serie di misure volte a tutelare questi soggetti; la lacuna
che bisogna colmare e dare maggiore importanza, è il rafforzamento e
la razionalizzazione delle misure di prevenzione come una
specifica aggravante nell'articolo 576 del Codice penale, per punire
con il carcere a vita chiunque uccida "in reazione a un'offesa
all'onore proprio o della magistrato famiglia di appartenenza o a
causa della supposta violazione, da parte della vittima anche
disabile.
Questa
nuova norma se venisse discussa dal Parlamento e approvata al più
presto, sarebbe un grosso passo avanti.
Ovviamente
le sole leggi repressive non sono sufficienti a garantire piena
tutela alla persona offesa dal reato.
Oltre
a questo bisogna che lo stato preveda altresì delle norme
preventive: come misure di protezione efficaci per una tutela
maggiore e adeguata; ad esempio bisogna prevedere all’interno del
codice di procedura penale una specifica disposizione che disponga
misure di tutela come avviene per i delitti di mafia e terrorismo,
ossia il giudice una volta che ha ricevuto la relazione dettagliata
da parte delle forze dell’ordine, e sentito il racconto delle
vittima e degli psichiatri, sul grado di pericolosità del soggetto,
il magistrato ordina la scorta a difesa della/del partner soggetta a
stalking, con il conseguente pedinamento del persecutore qualora non
rispetti l’obbligo del divieto di avvicinamento.
Sempre
per garantire una tutela adeguata; il governo deve rifinanziare i
centri antiviolenza e ridisegnarne la mappa su tutto il territorio
nazionale affinché siano meglio e in modo omogeneo, così come
previsto dalla convenzione di Istanbul.
Dall’inizio
dell’anno i femminicidi consumati sono stati 74 in tutta Italia.