Il diritto allo studio oltre la crisi
«L'insieme della scuola italiana - scrive Giovanni Merlo, che modererà e introdurrà il convegno organizzato per il 25 maggio dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap), in occasione dell'evento "ReaTech Italia", alla Fiera di Milano Rho - sembra aver dimenticato che la sua prima, e forse unica eccellenza mondiale, è proprio quella connessa al processo di integrazione e inclusione degli studenti con disabilità nella scuola di tutti». «Non basta - aggiunge Giancarlo Onger, uno dei relatori dell'incontro - la scuola che lavora bene. C'è bisogno che il contesto, famiglie - associazioni - sanità - istruzione - sociale ecc., lavori nell'ottica dell'inclusione, che significa dare risposte a tutte le persone in quanto tali e non perché appartengono a categorie speciali»

Sui delicati temi attorno ai quali ruoterà l'incontro, diamo spazio qui di seguito alle considerazioni di Giovanni Merlo e di Giancarlo Onger.
«Il diritto allo studio degli alunni con disabilità è oggi in discussione. La crisi che sta affrontando il nostro Paese ha investito diversi aspetti della spesa pubblica, in particolare quella destinata agli interventi sociali. La scuola italiana ha pagato un duro tributo alle politiche di bilancio: pur se formalmente i diritti soggettivi dei bambini e dei ragazzi con disabilità non sono stati toccati, sono loro i primi a subire questa situazione di difficoltà. Problemi di reperimento degli insegnanti di sostegno, classi sovraffollate, Enti Locali che non riescono a garantire i servizi di appoggio.
Ma oltre e forse prima dei problemi legati alla mancanza di risorse, è l'insieme della scuola italiana che sembra aver dimenticato che la sua prima, e forse unica eccellenza mondiale, è proprio quella connessa al processo di integrazione e inclusione degli studenti con disabilità nella scuola di tutti. Un'eccellenza ancora capace di realizzare buone azioni di inclusione, come dimostrato dai progetti premiati nelle diverse edizioni del premio Le Chiavi di Scuola, iniziativa promossa dalla FISH proprio per valorizzare quanti - pur in questi tempi difficili - dimostrano come sia possibile e doveroso continuare a garantire, promuovere e rispettare i diritti dei bambini con disabilità, al pari di quelli di tutti i bambini. Da qui si dovrebbe ripartire per ripensare al modo di fare scuola in Italia.
Giovanni Merlo».
«In questi ultimi anni non perdo occasione per sottolineare che le battaglie per l'affermazione dei diritti delle persone con disabilità sono parte integrante delle battaglie per l'affermazione dei diritti umani in generale e non battaglie a parte riservate agli uomini di buona volontà. Sono convinto che con questa visione si possano coinvolgere tutti i Cittadini e non solo i più sensibili. Il filo rosso è la conquista da parte dell'uomo di una sempre migliore qualità della vita. Da parte di tutti gli uomini e di tutte le donne. Abolire le barriere architettoniche e i pregiudizi significa costruire una comunità tollerante che fa bene a tutti.
In questo quadro voglio sottolineare il lavoro che la scuola, tra alti e bassi, ha condotto dagli Anni Settanta ad oggi per l'integrazione delle persone con disabilità. Le ha rese visibili facendole uscire dalle case e anche da luoghi di segregazione.
Da tempo ci siamo resi conto che non basta la scuola che lavora bene. C'è bisogno che il contesto, famiglie - associazioni - sanità - istruzione - sociale ecc., lavori nell'ottica dell'inclusione, che significa dare risposte a tutte le persone in quanto tali e non perché appartengono a categorie speciali.
È con questa logica che porterò il mio contributo a Milano, partendo da alcune esperienze scolastiche raccolte dalla FISH nell'ambito del concorso Le Chiavi di Scuola, esteso a tutte gli Istituti italiani.
Giancarlo Onger».
In questo quadro voglio sottolineare il lavoro che la scuola, tra alti e bassi, ha condotto dagli Anni Settanta ad oggi per l'integrazione delle persone con disabilità. Le ha rese visibili facendole uscire dalle case e anche da luoghi di segregazione.
Da tempo ci siamo resi conto che non basta la scuola che lavora bene. C'è bisogno che il contesto, famiglie - associazioni - sanità - istruzione - sociale ecc., lavori nell'ottica dell'inclusione, che significa dare risposte a tutte le persone in quanto tali e non perché appartengono a categorie speciali.
È con questa logica che porterò il mio contributo a Milano, partendo da alcune esperienze scolastiche raccolte dalla FISH nell'ambito del concorso Le Chiavi di Scuola, esteso a tutte gli Istituti italiani.
Giancarlo Onger».
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